Museo del Burattino di Bergamo

Il luogo

Museo del Burattino

La Fondazione “Benedetto Ravasio” ha sempre svolto un attento lavoro di studio e di promozione dei burattini, realizzando progetti che potessero mantenere viva questa forma di Teatro. Grazie a questo impegno, un recente e rinnovato interesse ha iniziato a delineare percorsi e approcci metodologici che interessano sia gli ambiti degli studi teatrali sia quelli artistici e professionali generando una riqualificazione profonda e sempre più consapevole. Anche la storia dei burattini e dei burattinai bergamaschi – come già accaduto per quelle di altre aree geografiche italiane – merita di essere studiata, conosciuta e promossa attraverso la creazione di uno spazio ad essa dedicato che possa essere fulcro di nuove prospettive per il Teatro di Figura.

Il Museo del Burattino nasce dall’urgenza di preservare dall’oblio un patrimonio di oggetti, di saperi e di storie che ha necessità di essere non soltanto conservato, ma anche indagato, valorizzato e rinnovato. Alla base di questo importante progetto c’è il lavoro capillare di ricerca e monitoraggio compiuto negli anni dalla Fondazione “Benedetto Ravasio” che ha portato alla selezione di alcune delle più significative collezioni private di burattini bergamaschi presenti in città e in provincia: Famiglia Angelini, Cortesi, Losa, Milesi, Ravasio, Scuri.

La necessità e il desiderio di dare importanza e dignità a un mondo considerato superficialmente “teatro minore” ha condotto, naturalmente, a immaginare come casa dei burattini un luogo pubblico importante per la vita della città. Un sentito ringraziamento va alla Provincia che, consapevole della necessità di un Museo a Bergamo che documenti e racconti questa forma di patrimonio teatrale, ha messo a disposizione i locali. Nello spazio “Andrea Viterbi” più di cento burattini, oggetti di scena e documenti, vengono, per la prima volta, esposti in modo permanente in un percorso curatoriale critico e scientifico.

Nume tutelare del Museo sarà Benedetto Ravasio. A lui, e alla moglie Giuseppina, siamo debitori della rinascita della tradizione bergamasca. Insieme hanno saputo rinnovarla traghettando Gioppino, gli altri personaggi del teatrino, e la figura del burattinaio in tempi moderni.