Percorso
COSA VEDERE
Scopriamo insieme il Museo
Il visitatore del Museo del Burattino viene invitato a conoscere, attraverso specifiche aree tematiche, le differenti tipologie di personaggi che compongono il mondo delle figure animate.
Il percorso di visita si sviluppa e struttura a partire dalle mute, ovvero il nucleo fondamentale e costitutivo dei burattini di cui un burattinaio si dota per poter fare spettacolo. In esse si trovano, infatti, gli archetipi culturali, le Storie e i gusti estetici del tempo in cui i burattini, di cui si compongono, andavano in scena.
Le Storie che il Museo del Burattino racconta non sono, tuttavia, solo quelle dei repertori dei burattinai, ma anche – o forse, soprattutto – quelle dei burattinai e degli artisti di questo Teatro. Uomini e donne profondamente immersi nella loro società, nel loro tempo e, quindi, sensibili traduttori, raccontatori e interpreti della Vita.
A partire da uno spazio introduttivo e didattico, nel quale il visitatore conosce le tecniche e linguaggi più importanti del Teatro di Figura in generale e del burattino a guanto in particolare, il percorso di visita si sviluppa attraverso un approccio narrativo del patrimonio, durante il quale il visitatore riconosce il burattino d’ambito bergamasco quale oggetto vivo, carico di simbologie e attributi.
Inoltre, i pezzi esposti, più di 130, trovano collocazione temporale tra il 1870 circa e il 1970 circa e mostrano quanto il Teatro di Figura bergamasco sia ricco di bellezza, qualità artistica e varietà.
Le aree tematiche
Commedia dell’Arte
Le Maschere della Commedia dell’Arte, già nel Settecento, sono parte degli spettacoli di molti burattinai ma è con la Rivoluzione Francese e la nascita del Teatro giacobino che molti commedianti entrano nei teatrini, portando con loro un bagaglio fatto di repertori e di gesti che, con il tempo, finiranno per legarsi indissolubilmente con quelli del Teatro dei burattini.
Dalle Maschere ai Personaggi
Tra fine Settecento e primo Ottocento, conseguentemente alla Riforma teatrale giacobina dei costumi e della morale e alla diffusione delle posizioni rivoluzionare, in Italia nascono i Personaggi regionali. Questi, a differenza delle Maschere e dei loro riferimenti archetipizzati dell’essere Umano, sono lo specchio dell’identità culturale, linguistica e geografica che li ha generati.
Storia e cronaca entrano in baracca
Il burattinaio porta sulla ribalta il suo pubblico fatto di popolani, fattori e contadini, giovani e anziani rendendoli partecipi e soggetti attivi del racconto, in un gioco emozionante di identificazione. Con coraggio e intelligenza racconta sia la Storia, con i suoi grandi interpreti, che la cronaca locale. Compaiono, così, in scena i briganti come Vincenzo Pacchiana dettò Pacì Paciana, il vendicatore Simone Pianetti, Garibaldi e i garibaldini.
Burattini e letteratura
I burattinai, consapevoli dell’impegno etico e culturale nei confronti del loro pubblico, in tutto l’Ottocento e nella prima metà del Novecento portano in scena spettacoli del repertorio lirico, di prosa e della grande letteratura. Ne sono esempio titoli come Ginevra degli Almieri, Il Fornaretto di Venezia, Romeo e Giulietta e Le mille e una notte.
Re, regine e mondi lontani
Nelle mute dei burattinai, oltre ai Personaggi e alle Maschere, non mancano i cosiddetti comprimari: ovvero un variegato e ampio mondo abitato da principi e principesse, re e regine, sinistri consiglieri, nobili e giovani innamorati. Con la diffusione del gusto per l’esotico tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento fanno la loro comparsa sgargianti mori, sultani e indiani d’America.
Mostri e magia
La magia con i suoi personaggi dai nomi evocativi, a volte antagonisti degli eroi e a volte fedeli complici, e i mostri, buffi ma di efficace resa teatrale, trova ispirazione e spunti in una cultura letteraria e iconografica antica, estremamente diffusa e di immediato riconoscimento per il pubblico. Inoltre, con la comparsa in scena di questi personaggi, il burattinaio poteva stupire con trucchi scenici improvvisi e mozzafiato.
Gioppino
Gioppino è il vero principe del teatrino d’ambito bergamasco e protagonista indiscusso degli spettacoli. Dai forti attributi allegorici, come i tre gozzi e l’abito dai colori unitari, è un personaggio dal carattere schietto, animato dalle necessità della sopravvivenza è fortemente legato ai princìpi di giustizia. Gioppino è infatti paladino orgoglioso della sua identità provinciale, leale alle sue origini e difensore dei più fragili. Ha una famiglia numerosa: la moglie Margì, la madre Maria Scatolera, il padre Bortol Socalonga, il fratello Giacomì e il figlio Bortolì detto Pissanbraga.
I burattini e l’aldilà
Il tema dell’aldilà, con tutto il suo portato simbolico, è ampiamente rappresentato all’interno della muta dei burattinai. Esistono frati e preti, pietosi confessori o lugubri consiglieri; diavoli dai volti ferini e morti scheletriche che devono spaventare e portare tra le fiamme dell’inferno i personaggi cattivi. Così che anche il teatrino, con tutti questi personaggi, diventa un grande affresco dell’umanità e dei suoi possibili destini.