h. 16.30
Estratto di Teatro Bunraku tratto dallo spettacolo ISOTTA di e con Sophie Hames.
h. 17.00
Presentazione al pubblico della mostra. A seguire proiezione del video OMBRE DI LEGNO realizzato da Maurizio Buscarino.
BURATTINI LONTANI. Il Bunraku giapponese e i burattinai lombardi
Negli ultimi decenni, in Occidente, si è diffuso sempre più l’interesse per il Teatro orientale.
Questa attenzione per le culture extraeuropee ha percorso il Novecento fino a oggi, toccando tutte le forme artistiche. I burattini, le marionette, le ombre non sono soltanto “oggetti d’arte” ma anche “strumenti” del comunicare. La vocazione sacra dello spettacolo d’attore, sviluppata sulla sovrapposizione dell’essere al contempo attore e personaggio, è mutuata dal Teatro di Animazione. La relazione si rende visibile nel transfert tra burattinaio e figura animata, così come tra manipolatore e fantoccio del Bunraku giapponese.
Nella tradizione nipponica, profondamente animista, ogni cosa in scena possiede una propria soggettività, un’energia che viene percepita dal pubblico suscitando stupore, meraviglia e paura. Lo stesso avviene nello spettacolo di burattini dove l’animatore proietta idee e aspirazioni personali nel personaggio principale, creando una forte empatia tra la scena e il pubblico presente.
I 70 scatti realizzati da Maurizio Buscarino, tra i più importanti fotografi teatrali, colgono i momenti di maggiore tensione che caratterizzano il rito del teatro. Burattini e fantocci, burattinai e animatori del Bunraku sono i soggetti di questa indagine poetica e fotografica.
Maurizio Buscarino (Bergamo, 1944)
Fra le firme più prestigiose della fotografia in Italia, dal 1973 produce un imponente lavoro sul teatro contemporaneo e, allo stesso tempo, una tenace e singolare rappresentazione della sua visione del mondo, restituendo immagini mirabili dal teatro europeo, americano e orientale, da Jerzy Grotowski a Tadeusz Kantor, dall’Odin Teatret a Eimuntas Nekrosius, dal teatro Kabuki al teatro nelle Carceri, dal teatro di Ricerca al teatro Lirico, dalla teatralità dei margini a quella istituzionale, fino al teatro di Animazione.
Nelle sue fotografie ogni Figura appare protagonista, collocata in un paesaggio costellato dai grandi dell’ultimo Novecento, insieme alla moltitudine degli sconosciuti. Tutti appaiono transitare sul palco dell’esistenza, ognuno nella propria fortissima unicità, ma tutti segnati da una comune appartenenza: la coscienza del rischio quotidiano dell’entrata in scena, per annunciare la propria scomparsa.