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Memoria

Gioppino

Tra fine Settecento e primo Ottocento, conseguentemente alla riforma teatrale giacobina dei costumi e della morale, in Italia nascono i personaggi regionali. Questi, a differenza delle maschere, sono lo specchio dell’identità culturale linguistica e geografica che li ha generati. Nascono così personaggi come Gioppino e Meneghino in Lombardia, Gianduia in Piemonte, Stenterello in Toscana, Fagiolino, Sganapino e Sandrone in Emilia…
Gioppino è un personaggio bergamasco: la sua principale caratteristica fisica sono tre grossi gozzi, che ostenta non come un difetto fisico, ma come veri e propri gioielli, essendo essi il blasone di famiglia.
Faccia da furbo, vestito di grosso panno verde orlato di rosso e cappello rotondo con fettuccia volante, di mestiere fa il facchino e il contadino. Di modi e linguaggio semplici, non essendo istruito, ma fondamentalmente di buon cuore, porta sempre con sé un bastone che usa per far intendere la ragione, a vantaggio dei deboli e degli oppressi.
Gioppino, oltre che essere una maschera, è un burattino ed è protagonista di moltissime commedie per il Teatro dei burattini. A Bergamo e provincia è talmente popolare che il suo nome dialettale indica in modo generale tutti i burattini.
Uno degli ultimi burattinai è stato il Bigio di San Pellegrino Terme, ossia Luigi Milesi, burattinaio per passione, con spettacoli che teneva nella piazzetta adiacente ai propri locali per il godimento di grandi e piccini. Benedetto Ravasio, insieme alla moglie Giuseppina, è il burattinaio che sintetizza il momento di passaggio tra la vecchia tradizione e il rinnovamento nel teatro di animazione. Burattinaio completo così come in passato lo furono Francesco Campogalliani, Italo e Giordano Ferrari e i Preti. Benedetto Ravasio contribuì a rendere popolarissimo questo personaggio, amato dai bergamaschi e da buona parte della popolazione lombarda nella seconda metà del Novecento, trasformando i vecchi canovacci della tradizione popolare, rivolti essenzialmente a un pubblico adulto, rendendoli comprensibili e amati dai bambini. Si può dire che, nel tramandare la tradizione, egli fu uno tra i più grandi innovatori.

Meneghino

È un personaggio del teatro milanese, ideato da Carlo Maria Maggi e divenuto in seguito maschera della Commedia dell’Arte. Prendendo il posto di Beltrame, è divenuto il simbolo popolaresco della città di Milano, tanto che il termine meneghino è normalmente utilizzato per identificare i cittadini milanesi. Il personaggio di Meneghino fu in origine quello del servo spiritoso derivato dalla figura di Zanni, ma caratterizzato soprattutto da onestà, sincerità (simboleggiata anche dal fatto che, a differenza di molti personaggi della Commedia dell’Arte, egli non indossa una maschera) e un forte senso di giustizia. Nel corso dei secoli, Meneghino ha assunto diversi ruoli sul palcoscenico, tra cui quello del padrone, del contadino e del mercante.

 

GENERE: Burattino a guanto
DESCRIZIONE: Tricorno nero profilato azzurro, casacca rossa bordata da passamaneria verde, panciotto marrone bordato rosso con due bottoni, camicia bianca, abito marrone
DATAZIONE: 1930-1950
MATERIALI: Testa e mani in legno di Cirmolo, abito in cotone
PROPRIETÀ: Fondazione Benedetto Ravasio – Museo del Burattino ETS
PROVENIENZA: Fondo Giacomo Onofrio