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Cultura

Pantalone

Pantalone nasce a Venezia intorno alla metà del Cinquecento e rappresenta il tipico mercante vecchio e avaro. Un simile personaggio era già presente nelle commedie rinascimentali, ma la sua vera origine viene fatta risalire al personaggio del Magnifico che recitava nelle piazze accanto al servo Zanni, con contrasti comici che man mano conquistarono i primi palcoscenici della Commedia all’Improvviso o dell’Arte.
La figura e la tipologia del personaggio di Pantalone derivano direttamente da quella del mercante veneziano del XVI secolo, una lunga zimarra nera che copre una calzamaglia rossa, la maschera nera con il naso adunco, la barbetta da capra, una cintura a cui sono appese una borsa di denaro e un piccolo coltello a doppia lama, classico strumento di mercanti e artigiani, da lui usato negli scontri col pavido Capitano e i servi Zanni, Arlecchino e Pulcinella.

GENERE: Burattino a guanto
DESCRIZIONE: Cappello rosso e nero, mantello nero, casacca rossa con cinta nera, abito nero
DATAZIONE: 1930-1960
MATERIALI: Testa e mani in legno di Cirmolo, abito in cotone
PROPRIETÀ: Fondazione Benedetto Ravasio – Museo del Burattino ETS
PROVENIENZA: Fondo Giacomo Onofrio, burattinaio bresciano

Brighella

Maschera popolare bergamasca della Commedia dell’Arte, deve il suo nome al suo carattere vivace, attaccabrighe, insolente e dispettoso.
È il migliore amico di Arlecchino, entrambi sono servi e sono nati a Bergamo. Al contrario dell’amico, tuttavia, Brighella non fa solo il servo ma un’infinità di altri mestieri più o meno leciti, per cui si ritrova sempre in mezzo a svariati intrighi.
Elementi caratteristici principali del personaggio sono la prontezza e l’agilità della sua mente, che utilizza per escogitare inganni e trappole solo per il gusto di imbrogliare gli altri. È inoltre intrigante, molto furbo, capace di raccontare frottole con tale sicurezza e convinzione che è quasi impossibile distinguerle dalla verità.
Viene raffigurato con giacca e pantaloni decorati con galloni verdi; ha inoltre scarpe verdi con pompon neri.
Intorno alla metà del XVII secolo la fama di Brighella fu documentata anche in Francia; nello stesso periodo venne messa a punto la tenuta di Brighella, parodiante quella di un maggiordomo, mentre il suo carattere venne definito in modo chiaro da Carlo Goldoni.

GENERE: Burattino a guanto
DESCRIZIONE: Cappello da cuoco, mantellina bianca bordata di verde, casacca bianca bordata di verde, abito bianco, barba e baffi color marrone (applicati)
DATAZIONE: 1930-1950
MATERIALI: Testa e mani in legno di Cirmolo, abito in cotone
PROPRIETÀ: Fondazione Benedetto Ravasio – Museo del Burattino ETS
PROVENIENZA: Fondo Giacomo Onofrio, burattinaio bresciano

Arlecchino

Maschera della Commedia dell’Arte, dal costume a losanghe colorate, il suo ruolo è di solito quello di un servitore spensierato e allegro, ma anche astuto, che agisce per contrastare i piani del suo padrone Pantalone, in combutta con l’amico Brighella, e per perseguire il suo interesse amoroso, Colombina, con arguzia e intraprendenza.
La maschera di Arlecchino ha origine dalla contaminazione di due tradizioni: lo Zanni bergamasco, da una parte, e “personaggi diabolici farseschi della tradizione popolare francese” dall’altra.
La carriera teatrale di Arlecchino nasce a metà del Cinquecento con l’attore di origine bergamasca Alberto Naselli noto come Zan Ganassa, che porta la Commedia dell’Arte in Spagna e Francia, sebbene fino al 1600 – con la comparsa del mantovano Tristano Martinelli – la figura di Arlecchino non si possa legare specificatamente a nessun attore.
Nell’Ottocento il processo di intersezione tra i due teatri d’arte, d’attore e d’animazione, è ormai una tradizione indiscutibile. L’eredità delle maschere della Commedia dell’Arte spetta allora al Teatro dei burattini i quali hanno continuato senza interruzione a tenere viva la memoria della vecchia Commedia dell’Arte, per più di trecento anni di continue fatiche.

 

GENERE: Burattino a guanto
DATAZIONE: 1850-1900
MATERIALI: Testa e mani in legno di Cirmolo, abito in cotone
PROPRIETÀ: Famiglia Milesi
PROVENIENZA: Fondo burattinai Irmo e Luigi Milesi

Colombina

Il nome Colombina è citato per la prima volta in una canzonetta ridicola, di un matrimonio tra Buffetto e Colombina (1646). Con il nome di Colombina debuttò il personaggio nel 1683, da una famiglia di comici italiani che per lungo tempo dominarono le scene in Francia.
Il personaggio della servetta identifica uno dei ruoli presenti nella Commedia dell’Arte fin dalle origini sotto i nomi più svariati. La servetta più antica risale alla metà del Cinquecento e compare con il nome di Franceschina (o Francesquine). Fra gli altri nomi della stessa servetta vanno citati Corallina, interpretata sempre in Francia alla metà del Settecento; Ricciolina già alla fine del Cinquecento nella Compagnia dei comici Gelosi; Smeraldina o Spinetta, che appare in Carlo Gozzi, ne “L’amore delle tre melarance” e ne “Arlecchino servitore di due padroni” nell’originale di Carlo Goldoni e nell’allestimento di Giorgio Strehler, in scena dal 1947.

 

GENERE: Burattino a bastone
DESCRIZIONE: Corpetto bianco con fantasia azzurra, gonna blu, busto in legno a bastone
DATAZIONE: 1930-1950
MATERIALI: Testa e mani in legno di Cirmolo, abito in cotone
PROPRIETÀ: Fondazione Benedetto Ravasio – Museo del Burattino ETS
PROVENIENZA: Fondo Giacomo Onofrio